Fortezza Impossibile
Fortezza Impossibile

Fortezza Impossibile

La Fortezza Impossibile è uno dei Semipiani dei Tredici, quello di Smuain.

L’ingresso alla Fortezza Impossibile
L’assottigliamento del velo

Tra la fine di Ches e l’inizio di Tarsakh 1376 il gruppo ha scoperto una scia di omicidi nell’Eltugard. Viaggiando tra le città di Elturel, Scornubel, Triel e Ponte Boareskyr sono venuti in contatto con due personaggi legati ai Dodici: Walster Shadid e Obi Ulech. I rituali portati avanti da questi due fanatici hanno fatto si che si venisse a creare un assottigliamento del velo tra i piani; in particolare tra il piano materiale ed i semipiani degli stessi Dodici.

Per queste ragioni qualche giorno dopo, arrivati nei pressi di Baldur’s Gate, i compagni si sono ritrovati in un luogo senza tempo, sul semipiano di Smuain, il Primo, definito la Fortezza Impossibile.

La prima nebbia

Il cimitero e la cripta di Laiden

Il 12 Tarsakh 1376, accanto ad una fattoria fuori Baldur’s Gate, il gruppo ha visto una strana nebbia alzarsi e coprire tutto attorno a loro. Dopo aver camminato per un po’ per cercare alcuni membri del gruppo che, nel frattempo, erano dispersi, i compagni si sono ritrovati all’interno di un cimitero.

L’ingresso alla cripta di Laiden

In questo luogo macabro molte cose apparivano strane. Tra queste alcune lapidi che portavano come data di nascita e di morte la data odierna: 12 Tarsakh 1376. Seguendo alcune tracce di sangue e segni di trascinamento notati da Silver, siamo poi arrivati ad una grossa lapide. In cima alla pietra, un grande simbolo, quello della Madre, mentre subito sotto gli altri dodici simboli, più piccoli. Accanto ad ogni simbolo vi era un nome, che abbiamo notato essere corrispondente a coloro che hanno quello stesso simbolo impresso sulla pelle. Inoltre, mentre tutti avevano solo il giorno della data di nascita inciso accanto al nome, Mival e Igan avevano anche quello della loro morte, ovvero il 13 Mirtul 1379. Al di sotto della lapide una scalinata scendeva nel sottosuolo.

Entrati nella struttura, i compagni hanno notato alcune creature su cui è stato fatto un rituale di scambio equivalente. Successivamente, addentrandosi nel sotterraneo, hanno incontrato Jastra, un’elfa rinchiusa in una gabbia sospesa dal soffitto. Nella stessa stanza vi era un atrio rialzato, attorniato da dodici arazzi quasi illeggibili. Al centro, un leggio con drappi rossi ed i simboli della Madre e di Laiden bene in vista. Una nota scritta su una carta maleodorante recitava:

Per fuggire nel futuro bisogna conoscere il passato

Leggendo la frase, l’oscurità si è dileguata e sono apparse delle porte in legno, alcune con dei graffi fatti da mani umane. Dietro una di queste, una stretta scalinata e una targa dorata con un’altra scritta:

Le scene inquietanti si susseguono, come sul successivo corridoio pieno di mosaici con temi macabri: un fiume nero, persone che soffrono, relitti di navi ed esseri mostruosi che guardano divertiti la scena, una tempesta di fuoco dai colori vivaci, mari in tempesta, bambini in fasce inghiottiti da creature orrende, una corona tra le zampe di una creatura che ha la forma di un serpente. Tutto questo prima di una cella: porta in ferro con una finestrella e due rotelline a scorrimento fissate sui numeri 1 e 2. All’interno, il cadavere di un uomo nudo e glabro avvolto nel filo spinato; morto, secondo i guaritori, in dodici giorni. Il numero 301 inciso sulla tempia e il simbolo di Laiden sulla fronte. Appena dentro, un’ennesima scritta che sembra essere collegata a Walster Shadid compare sul muro come sangue che cola dai mattoni:

Altra stanza, altro cadavere: una drow crocefissa con un paletto nel cuore. Il numero 472 sulla tempia e il simbolo di Laiden sulla spalla. Bor, non vedendo il paletto utilizzando la Maschera di Eltharion, ha chiesto di toglierlo. Una volta fatto, la drow ha esalato un profondo respiro, come a tornare in vita confessandoci di essere in realtà Dorthie Greycastle in un “corpo sbagliato”. Probabile vittima di un altro rituale di scambio equivalente.

Successivamente, su di un muro liscio come uno specchio di un’ennesima stanza, si sono incominciate a susseguire delle immagini. Un uomo in armatura dorata effettuava dei rituali di scambio equivalente, sacrificando il sangue di alcuni schiavi. Egli era circondato da alcuni cultisti in vesti nere che riportavano il simbolo della Madre su di loro. Si è vista, poi, la medesima figura che osservava divertita l’uomo glabro nella stanza delle torture. Vicino a lui un bambino biondo. I giorni sono passati ed il bambino è diventato un uomo, Walster Shadid.

Ancora, nell’ultima stanza del posto, l’ultima rivelazione. I compagni hanno tentato di riflettersi in uno strano specchio, molto grande, appeso al muro. Al turno di Igan, questi appariva come un bambino biondo che, man mano che si avvicinava, diventava uomo. Poi, con un coltello ha cominciato a dare pugnalate allo specchio stesso, il quale ha cominciato a creparsi, facendo poi trapelare del sangue scuro dalle crepe una volta che l’uomo biondo vi ha poggiato sopra la mano. Quando poi Bor ha poggiato la sua mano sullo specchio, questo è letteralmente esploso, rivelando una scritta alle sue spalle:

L’edificio ha poi iniziato a tremare e sembrava stesse per crollare, quindi i compagni sono scappati verso l’ingresso, perdendo di vista Jastra ma portando con se Dorthie. Una volta fuori, insieme a delle lettere scritte dai compagni della stessa Jastra che Mival aveva raccolto all’interno, il bardo si è ritrovato tra le mani anche un libro. Si trattava di Castigo per la carne, un manuale rilegato in pelle umana con, sulla copertina, il simbolo di Laiden inciso.

La Fortezza Impossibile

Poco dopo, lo stesso giorno ed in modalità simili, il gruppo si è ritrovato smarrito nella nebbia nel tentativo di seguire alcuni compagni che risultavano dispersi. In poco tempo, si sono trovati davanti ad un grosso portone metallico di un castello, sul quale erano inglobate delle statue. Queste si sono rivelate in realtà i compagni scomparsi, risvegliati poi da Harold tramite il suo simbolo. Il portone si è aperto ed il gruppo è entrato.

Una volta dentro, una vecchia zingara senza occhi ha letto i tarocchi al gruppo. I tarocchi estratti sono stati lasciati ad ognuno dei compagni che poi si sono diretti verso dei piedistalli. Su di essi, dei bambolotti con le nostre stesse sembianze, i quali, una volta toccati, sono svaniti nel nulla indicandoci tre porte numerate dove proseguire l’esplorazione. Le porte avevano dei numeri incisi su di esse: 9, 29 e 4. Qui il gruppo si è diviso e, in base alla porta scelta, i compagni sono stati catapultati in luoghi diversi, per poi ritrovarsi tutti tranne Aldym nello stesso posto poco dopo.

Durante questa parte e tutto il resto del percorso, dei fili sembravano partire dai corpi dei compagni, indicandogli una via, come se fossero fili di una marionetta.

I compagni presenti si sono ritrovati in una stanza con una sola porta. I loro vestiti erano cambiati: ora tutti avevano addosso i simboli degli Zhentarim, il braccio armato della chiesa di Bane. Confusi, con ricordi non loro nella mente, sono usciti notando una città, una piazza e, al centro di questa, una statua in loro onore, dedicata agli eroi di Bane. In una taverna lì accanto sono entrati in contatto anche con Baran, capitano degli Zhentarim e padre di Ejdrha. I due hanno avuto una colluttazione, poi il padre ha convinto il gruppo a seguirli in un’armeria, dicendo che sarebbe partito di lì a breve per il Cimitero dei Draghi. Da qui in avanti si sono susseguiti altri eventi senza senso che, come i precedenti, hanno avuto più l’aria di una serie di visioni o allucinazioni di eventi reali.

Anche qui, attraverso delle interazioni con oggetti quali una gemma e una lastra in metallo, è apparsa una scritta inquietante:

Il primo giorno vengono e tutti prendono,
il secondo giorno ci picchiano e ci mangiano,
il quinto giorno tocca a una fanciulla sparire nel nulla,
il sesto giorno di sognare cerchiamo, ma le sue grida son tutto ciò che troviamo,
il settimo giorno crebbe, quando in bocca il loro vomito ebbe,
l’ottavo giorno violentata l’hanno e noi tutti insieme li odiammo,
il nono giorno lei sogghignò e tutti quelli della sua stirpe divorò,
da allora la sua fame non si è mai saziata, dal giorno che la Madre lei è diventata.

Proseguendo, uno scheletro vestito come Laiden nell’arazzo in cui è stata trovata Jastra reggeva tre pergamene. Su di esse solo dei numeri: 7, 23 e 5. Una volta scelta quella col numero 5 il cammino è proseguito portando il gruppo in un altro luogo e tempo: la Magione Crakehall, Suzail, capitale del Cormyr, 1 Uktar 1373.

Qui il gruppo sembra essere caduto all’interno di un’altra complessa visione. Crakehall era lì presente ma senza un volto e, dopo una veloce interazione, si trasforma in un qualcosa di diverso, Voce dell’Oscurità. Dopo uno scontro vincente, i compagni si sono mossi, ancora porte numerate, ma alla fine del percorso tutti si sono ritrovati ad Homlet. Il villaggio, tuttavia, è stato distrutto dopo un attacco da parte dei maghi rossi del Thay. Cadaveri coprivano le strade. Qui il gruppo fa la conscenza di Artemis, il quale dice ai compagni che si trovano nel 1378, il 25 di Hammer. L’assassino in forma di bambino ha allora indicato la presenza di tre maghi rossi nella torre cittadina. Una di questi era Nephis Haphet, incontrata non molto tempo prima nell’Halruaa e in quel momento morta co nun messaggio accanto indirizzato a uno degli zulkir del Thay, Szass Tam.

Successivamente i compagni sono finiti in una specie di santuario. Qui il simbolo di Smuain era ben visibile sulla sinistra, mentre sulla destra vi era quello della Madre. Una volta toccato il simbolo del Primo avendo contemporaneamente attivato il proprio, Melchiades ha fatto s^ che la stele al centro del muro di fondo si attivasse, diventando bianca e luminosa. Il filo proveniente dai membri del gruppo è entrato nella stele ed una scritta fatta col sangue è apparsa sul muro:

Quando i segni saranno alti nel cielo
quando il calice sarà sollevato
e lei berrà il sangue del santo,
allora le grate cadranno
e correrà a nutrire i suoi figli
accogliendoli nel suo grande ventre
avrà dodici capezzoli pieni di sangue
lo scudo verrà posato (V)
la bestia sarà saziata (II)
ed il boia avrà la sua parte (III)
a quel punto la luce stringerà (VI) la mano alle tenebre (IV)
la carne pascerà nella sofferenza (VIII)
la mente vacillerà e cadrà (I)
ci sarà silenzio (XI) e le malattie (XII) avranno riposo
ogni conflitto (IX) troverà la pace
il vuoto (X) sarà finalmente riempito
e nessuna menzogna deturperà l’equilibrio (VII).
Questo porterà un cambiamento, nuova linfa e nuova libertà
questo tramanderanno i suoi figli
per lei urleranno gli déi.

Poi, al tocco congiunto di Mival e Igan, la stele si è sollevata ed il gruppo è entrato in un’ultima stanza, piena di luce alternata ad ombra. Qui, un altra visione di una figura senza un braccio, con sangue ancora grondante dalla ferita, che urla contro qualcuno di spalle. Poi un ennesimo scontro, una nebbia fittissima ed infine la scena diventa nitida.

In una stanza barocca, seduto su di un trono vi era Smuain, con cui i compagni hanno interagito direttamente. Dopo il breve confronto, i compagni hanno deciso di cercare di uscire dal dominio del Primo. Alché le vetrate sono diventate nere e la stanza ha iniziato a tremare, dal fondo, il buio ha iniziato ad inghiottirci, il disagio diventava dolore. Dal nulla è poi apparsa una porta come il dorso di un tarocco. Una volta girata si è rivelata essere la carta del Nono; vi era un uomo affacciato ad un balcone, poi i compagni hanno visto Dorthie e sono riusciti a scappare. Dietro di loro, la voce di Smuain infuriato.

+++ IN COSTRUZIONE +++

6 commenti

  1. Pingback:Castigo per la carne – Stargazers

  2. Pingback:Nephis Haphet – Stargazers

  3. Pingback:Szass Tam – Stargazers

  4. Pingback:Dorthie Greycastle – Stargazers

  5. Pingback:Gloriana – Stargazers

  6. Pingback:Baran – Stargazers

I commenti sono chiusi.