John Beardjohn
John Beardjohn

John Beardjohn

 John Beardjohn è un avventuriero incontrato all’interno della Cittadella Felbarr, nelle Marche d’Argento.

 John Beardjohn

Ex capitano di navi pirata, il gruppo lo ha incontrato nella Cittadella Felbarr all’inizio del mese di Uktar 1376. Era il capo di un gruppo di avventurieri di cui facevano parte anche Little Bob, Volkbert, Bjorn ed una ragazza molto inquietante di nome Amelia. Ci ha detto di essere rimasto a terra dopo essere stato testimone di eventi oscuri nei mari di fronte al Tethyr di cui ci racconta i dettagli:

Ci trovavamo a 20 gradi latitudine nord e 35 gradi longitudine ovest, insomma a largo delle Isole Nelanther e proprio lì abbiamo abbattuto un cargo dell’Amn in rotta verso il Tethyr. Abbiamo permesso anche a parte dell’equipaggio di allontanarsi sulle scialuppe per ottenere buone storie da far raccontare. Ahahah! 
Finito di racimolare il bottino, verso il tramonto, notammo sulla polena il cadavere di un marinaio abbarbicato sulla punta in modo singolare: il disgraziato era giovane piuttosto bruno e di bell’aspetto probabilmente del Mulhorand. I miei lo frugarono in cerca di souvenir e nella tasca dell’abito trovarono una minuscola scultura d’avorio che rappresentava una testa giovanile coronata d’alloro, sulla base dello stesso c’era uno strano simbolo a 2 ondine stilizzate mi pare. Il mio secondo Clyde giudicò che l’oggetto fosse molto antico e di valore per cui lo tolse agli uomini e lo tenne per sé. Ah! Quel lurido vecchio bastardo! Ahahah! 
Melaine e Zeno gettarono il morto in mare perché è lì che tutto nasce e che tutto ritorna. Ma avvennero due incidenti: gli occhi del poveraccio erano stati chiusi ma nel portarlo verso il parapetto si spalancarono e molti ebbero la strana impressione che guardassero in modo beffardo Clyde e sembra che il nostromo s’impressionò talmente tanto che tenne d’occhio il cadavere in mare e giurò che, dopo essere affondato un poco tra le onde, si fosse messo a nuotare sotto il pelo dell’acqua sfilando verso Sud. Un’altra situazione incresciosa, si presentò a causa di un malessere degli uomini: alcuni di loro soffrivano per la tensione accumulata durante il viaggio e dicevano avuto gli incubi, sembravano visibilmente spossati. Dopo essermi accertato che non fingessero li esonerai dai loro compiti per la giornata, per evitare che mi rovinassero l’umore. 
Il mare era piuttosto cattivo e fummo preda di una corrente del sud che continuava a stupirci perché non risultava dalle carte e non ci consentiva di identificarla. I lamenti dei malati a quel punto si erano fatti decisamente fastidiosi poiché demoralizzavano il resto dell’equipaggio. Il nostromo Foller era piombato in un deprecabile umore infantile e balbettava di certe sue allucinazioni riguardo alcune visioni notturne. Sosteneva che durante la notte apparivano i cadaveri di uomini che lui riconosceva nonostante lo sfiguramento e che andavano alla deriva fissandolo intensamente: si trattava di compagni che Foller aveva visto morire durante le nostre vittoriose incursioni e sosteneva che il giovane marinaio da noi trovato sul ponte e ributtato in mare fosse il loro capo. Tutto questo era macabro e anormale per cui ordinai che il nostromo fosse chiuso in cella e frustato severamente ma l’equipaggio non gradì questa misura punitiva ma la disciplina è indispensabile quando sei circondato da teste calde! 
Poi fu il turno di Bonn e Scheet: erano stati male il giorno prima ed esplosero in una crisi di follia violenta e dovetti rimpiangere che nel nostro equipaggio non ci fosse un medico perché il folle delirio dei due a proposito di non so che maledizione rappresentava un duro colpo alla disciplina per cui dovetti abbatterli, come si fa con i cani malati!!! L’equipaggio la prese male ma Foller in compenso si calmò e non ci diede più fastidio tanto che a sera lo liberammo ed egli si dedicò ai suoi compiti silenziosamente. Nella settimana che seguì fumo tutti piuttosto nervosi, anche grazie al fatto che Foller fu ritrovato impiccato per sfuggire alla paura da cui era attanagliato. Ero molto contento, devo confessare, perché anche in silenzio aveva un cattivo influsso su di me e sull’equipaggio. Ma ormai il danno era fatto e tutti avevano la tendenza a stare zitti e cedettero al peso della tensione cominciando ad agitarsi per la minima sciocchezza… 
Tutto questo proseguì fino a che non arrivammo al largo dell’Amn, guidati forzatamente verso Sud da forti correnti, nei pressi di alcune isole non segnate sulle mappe. Qui ebbi coi resti del mio equipaggio, uno strano incontro, dopo il quale persi i sensi…

Racconto del Capitano John Beardjohn

Lo abbiamo ritrovato con il suo gruppo all’interno del tempio di Laiden. Durante lo scontro con i monaci tatuati si è schierato dalla nostra parte, ma probabilmente è morto durante lo scontro.

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